sabato 26 gennaio 2008

Vivi la vita vera!

Da sempre il gioco è sinonimo di divertimento. Nel corso degl' anni le pratiche di gioco soprattutto tra i bambini sono cambiate. Una volta si giocava a nascondino, a un due tre stella o a pallone uscendo di casa il pomeriggio e rientrando la sera. Per strada si imparava a socializzare, a comprendere il carattere di persone diverse, si diventava amici e ci si aiutava; era il primo strumento per imparare a vivere forse più della scuola. Oggi anche il divertimento è cambiato, si è passati dal gioco con le biglie al gioco con il computer, dalla partitella di pallone alla play station. Potrei stare ore a descrivere gli svantaggi del gioco virtuale in confronto a quello reale, ma non servirebbe a niente: nella realtà un ragazzino non potrà mai portare una Ferrari a 200 all' ora, non potrà segnare un gol nella finale di Champions League e non potrà sparare ad un mostro; invece il gioco virtuale offre emozioni di questo tipo, a cui specialmente la mente ingenua di un bambino non sa resistere. Così si comincia a restare in casa, a non avere amici, a disinteressarsi di tutto e di tutti, senza contare che il gioco, in particolare quello virtuale, è una droga che rende dipendenti. Nella poco tecnologica Cina sono già nati dei veri e propri campi di disintossicazione dalla dipendenza da internet e video giochi, con programmi che prevedono anche elettroshock e lavoro fisico. Nelle nostre città a favorire l' isolamento individuale contribuiscono anche il traffico ed i pochi spazi sicuri dove poter giocare; per poter far stare i bambini all' aria aperta occorre quindi la continua presenza dei genitori, molto spesso troppo impegnati con il lavoro e le faccende domestiche. Per questi motivi i ragazzini che crescono in città trascorreranno statisticamente molto più tempo in casa davanti allo schermo rispetto ai ragazzini che risiedono in paesi medio-piccoli. E' proprio questa solitudine che favorisce progetti come Second Life uno tra i giochi virtuali più completi e più pericolosi, un gioco di ruolo destinato alla massa a cui possono partecipare milioni di giocatori collegati in rete ognuno con il proprio personaggio (avatar), con un proprio conto corrente e varie proprietà mobili ed immobili. Praticamente un mondo parallelo. Non è un caso che la prima nazione per iscritti a Second Life(31%) sia lo Stato individualista per eccellenza, lo Stato Americano. Second Life colma uno dei più inconsci e controversi desideri umani: quello di avere una seconda opportunità, il desiderio di vivere una vita diversa da quella imposta dagli schemi. Per una persona educata, sempre corretta costretta a sacrifici quotidiani, questo gioco rappresenta l' opportunità di infrangere le regole, di diventare un teppista, uno che si gode la vita. Viceversa per un uomo che non ha avuto successo nella realtà, Second Life potrebbe rappresentare una seconda opportunità per riprovarci. Il rischio altissimo è costituito dalla possibilità di confondere la propria vita reale con una vita assolutamente finta, di rimanere ‘intrappolati’ in un mondo virtuale e vivere là la propria vita, scordandosi quella reale, certamente molto più complessa e difficile; si rischia di perdere anche quel poco di responsabilità e moralità che ancora ci rimane, perché dentro Second Life tutto è possibile e senza tanti scrupoli; le ore e le giornate intere passate dentro questo mondo possono compromettere le amicizie, il lavoro e tutti i rapporti sociali. Per ultimo, il denaro virtuale che viene usato deve essere prima cambiato con denaro vero, correndo anche il rischio di banca rotta. In definitiva si tratta di un attacco diretto e mirato alle coscienze (sempre più ipnotizzate) dei più giovani, un tentativo assai pericoloso di disumanizzazione. Il rischio finale è proprio quello di perdere una parte della propria anima e vivere una pseudo-vita che non ci appartiene! Gli iscritti a questo servizio sono ormai 8 milioni in tutto il mondo, dato in continuo aumento. Concludo evidenziando come è più facile controllare una popolazione che dedica parte della sua vita a viverne una finta. Se ci preoccupiamo di problemi presenti solo virtualmente, saremo sommersi di problemi nella vita vera, venendo spinti sempre più ad abbandonarla in cerca di una realtà più facile ma irreale. La vita, quella vera, è il dono più grande che ci è stato fatto, non barattiamola in cambio di emozioni effimere.

Per saperne di più su Second Life:
http://www.disinformazione.it/second_life.htm

Conferenza stampa di Antonio Di Pietro su Second Life:

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