venerdì 7 marzo 2008

Il trattamento della natura

L' altro giorno mi è capitato di riflettere sui livelli di pazzia ormai raggiunti dall' uomo con il passare degl' anni. Mi trovavo in campagna per prendere un po' di "aria pura", lontano dalla città e dal suo smog. Pensavo di fare una cosa buona, infondo è luogo comune pensare che in campagna si respiri aria pulita e si viva bene. Purtroppo nella mia mente è caduta anche questa ennesima convinzione. Camminavo in una coltivazione di ciliegeti ben curata, quando guardando a terra mi colpisce lo strano colore dell' erba, era verde quasi fosforescente tendente al giallo. Così chiedo spiegazioni ad un mio amico che ne sa più di me e mi dice che recentemente hanno "pompato", cioè hanno avvelenato l' erba. Questa pratica è diffusa poiché si riesce a risparmiare: invece di pagare una costosa giornata lavorativa di un operaio con il trattore o il moto zappa, si spruzza dell' economico veleno a terra impiegando meno tempo e meno denaro. Allora mi domandai quanto fosse sicuro fare una scampagnata camminando sul veleno. Mi spostai in altri terreni per vedere il colore dell' erba, ma venni subito fermato dal mio amico che mi impedì di entrare in un' altro campo coltivato. Mi disse che in quel campo era stato fatto "l' anticipo" da poco tempo. La pratica volgarmente chiamata anticipo è un processo indotto da delle sostanze, mediante il cui le piante si raffreddano recuperando nella durata di un trattamento le ore di riposo necessarie alla pianta. Mi spiego meglio: la pianta necessita di un tot ore all' anno di riposo, cioè di freddo invernale; durante il periodo di marzo (nel caso dei ciliegeti) un trattamento fatto con il "dormex"(nome commerciale del prodotto) va ad esaurire il fabbisogno di ore di freddo della pianta, anticipando così i tempi di fioritura e maturazione rispetto agl' alberi non trattati. Praticamente è veleno molto pericoloso per l' uomo che accelera la fase vegetativa delle piante, dando la possibilità al contadino di raccogliere anzi tempo il prodotto, usufruendo di una maturazione uniforme data dal trattamento. Il prodotto maturo nei primi tempi di raccolta, viene pagato di più perché i frutti sul mercato sono di meno. Una volta fatto il trattamento alle piante è sconsigliato entrare nell' appezzamento almeno per tre giorni. Il "dormex" è composto dal 50% di cianammide idrogenata, praticamente cianuro, e per l' altra metà da azoto. Commercialmente le alternative al dormex meno nocive sono rappresentate dall' "Erger" che è anche più economico ma la resa appare minore. Chiesi al mio amico se ucare il dormex era una pratica costosa o rara, ma mi disse che ormai tutti i contadini in quella zona facevano l' anticipo; aggiunse anche che il prodotto era molto usato in tutto il mondo, non solo per i ciliegeti ma anche per peschi, uve da vino e da tavola, albicocchi ecc... A sostegno di questa tesi mi invitò ad ascoltare un rumore di motori provenienti da zone diverse della campagna e mi disse che erano rumori dovuti al pompaggio di sostanze sui campi: veleni di vario genere con finalità anticipanti, ma anche fungicidi, insetticidi, diserbanti, ma anche ormoni, stimolanti e chi più ne ha più ne metta. Mi chiesi, se ero capitato nel momento sbagliato, ma il mio amico mi tranquillizzo dicendo che se per le ciliege è previsto un certo numero di trattamenti, per i tendoni di uva da tavola è molto peggio, poiché più il frutto impiega tempo per maturare ed è appeso all' albero, più è soggetto ad attacchi biologici. Il contadino-imprenditore che coltiva frutta da tavola è costretto a trattare le piante e i frutti con prodotti chimici per poter vendere un prodotto accettabile che abbia un valore sul mercato. Chi di noi comprerebbe dell' uva piccola e macchiata preferendola a quella grande e pulita? O chi al mercato compra ciliege o mele o pere con i vermi preferendole a quelle grosse, lucidate e senza vermi? Nessuno, ma se il frutto con qualche imperfezione è sano e non intaccato chimicamente, il frutto che appare perfetto, grosso, lucido è certamente passato per un iter di trattamenti non indifferente prima di finire nella pancia del consumatore. I trattamenti non sono mai salutari, né per la salute del cliente, ne per quella del residente nella zona di coltivazione. Compreso che ero circondato dal veleno in aperta campagna, esternai la mia preoccupazione al mio amico, che tristemente mi disse che il paese che sorgeva in mezzo a quei campi aveva la percentuale di tumori più alta della sua regione. Quando arrivai in campagna, ciò che mi colpì oltre all' erba fu il silenzio e la mancata presenza di esseri viventi. Non c' erano uccelli, ne formiche, ne vermi. Il mio amico mi disse che trenta o quaranta anni fa era comune vedere delle volpi in questa zona, molte volte erano presenti ricci e tartarughe di terra, a giugno nel mese della raccolta di ciliege, il rumore dei grilli e delle cicale era assordante, i nidi abbondavano e le farfalle volavano in gran numero. Tutto questo fu rovinato dall' avvento di pesticidi e diserbanti vari che prima uccisero gli animali e poi le persone. Così compresi che ero finito in un posto tutt' altro che salutare e volsi lo sguardo in su per trovare conforto, ma ahimè anche lì le scie chimiche coloravano il cielo di bianco e mi sentii come un topo in gabbia, impotente dinanzi a tanta follia. Ritornando a casa intravidi anche delle discariche abusive di amianto che giaceva accanto a campi coltivati. Mi ero rovinato la giornata con le mie mani. La ricerca del guadagno e della perfezione estetica in natura va sempre a discapito di essa. Permettendo il rilascio di prodotti chimici in gran quantità su piante e frutti si distrugge la vita delle creature che di quei frutti si cibano e si avvelenano le piante che molto spesso si ammalano come le persone che sono a contatto con queste realtà. Stiamo distruggendo il mondo città dopo città, paese dopo paese, campagna dopo campagna, ma anche mari, boschi, fiumi, laghi, animali e persone. Tutti dovremmo essere ecologisti accaniti perché essere ecologista significa difendere le propria casa da chi la vuole distruggere.



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