Nelle fabbriche Nike vigono le più dure condizioni di lavoro; Nike fa finta di niente dicendo che gli stabilimenti in questione non sono suoi, ma fabbriche alle quali subappalta i lavori. Ma ormai a questi giochi di scatole cinesi non crede più nessuno e le associazioni dei consumatori americane hanno portato in tribunale Nike per le menzogne che sta raccontando.
"Eh si, siamo capitalisti... e se ci capita di guadagnare qualche spicciolo, beh non dobbiamo chiedere scusa a nessuno".
E' questa l'isterica risposta di Nike alle campagne di boicottaggio, contro questa multi dello sportswear, che chiedono la fine della produzione in fabbriche senza diritti sindacali, ed anche della fine dello sfruttamento dei bambini come operai Nike.
La Nike invece di togliersi qualche spicciolo di profitto pensa bene di spendere ultriori capitali in pubblicità per insultare chi, dal basso, ne critica l'organizzazione schiavistica del lavoro.
Sicuramente tutte le grandi aziende si somigliano, ed in molti casi vi è un processo di subappalto a piccole aziende con forza lavoro malpagata, senza diritti e costituita anche da minori. L' ultima puntata di Report sulla moda ha evidenziato come questa pratica sia in atto anche in Italia. Bisognerebbe cercare d' importare la democrazia e quindi condizioni di lavoro più umane anche in paesi come Cina, Pakistan o Thailandia. Al giorno d' oggi questo appare molto difficile, dato che non abbiamo ne buoni esempi di democrazia, ne di lavoro, soprattutto nel nostro bel Paese.
Ecco un piccolo spot anti Nike
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